Arrivederci, Berlinguer! il cineconcerto di Massimo Zamboni
Arrivederci, Berlinguer! è un concerto esclusivo, una sonorizzazione d’autore e un film dell’epoca, attualizzato per raccontare un Berlinguer presente, intenso, umano, capace di parole pesate e dense, partecipato e partecipante. Un ritratto della sua statura politica e sociale, il ricordo dell’assenza senza eccesso di nostalgia. Dedicato soprattutto a chi non lo ha conosciuto.
“L’addio a Enrico Berlinguer”, film corale sui suoi funerali realizzato da alcuni dei più importanti esponenti della cinematografia italiana (tra gli altri: Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Silvano Agosti, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Giuliano Montaldo, Ettore Scola, Gillo Pontecorvo), viene rimontato e ripensato, attualizzato, per mostrare il rapporto umano, caldo e vivo, che Berlinguer riuscì ad avere con le masse popolari. Nel nuovo montato, denso di materiali non visti, Berlinguer snocciola i temi fondanti della sua politica, e lo fa argomentando le sue tesi in modo diretto, con una chiarezza adamantina e una solidità d’intenti politici frutto di anni di studio, impegno, militanza, riflessione sui compiti e i doveri della politica.
La musica di Massimo Zamboni e il girato di alcuni tra i maggiori cineasti italiani: “Arrivederci, Berlinguer!” fondono questi ingredienti in un cineconcerto unico. I quasi quarant’anni dalla morte di Enrico Berlinguer, avvenuta nel 1984, sono l’occasione per ricordare la sua assenza, senza eccesso di nostalgia, e consentono di ripensare e raccontare la figura di un politico capace di parole pesate e dense, partecipato e partecipante. Produttori del film-spettacolo, per la regia di Michele Mellara e Alessandro Rossi, sono Pordenone Docs Fest, Cinemazero e l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, in collaborazione con Mammut Film. Sul palco, accanto a Zamboni, alla voce e chitarre, ci saranno Erik Montanari e Cristiano Roversi.
Michele Mellara e Alessandro Rossi - Autori, registi, ideatori di eventi, docenti, lavorano insieme o da circa vent’anni. Laureati al DAMS di Bologna. Mellara si diploma alla LIFS (London Film School). Dopo il loro film di finzione, Fortezza Bastiani (2002), Premio Solinas per la miglior sceneggiatura, iniziano il loro originale percorso nel cinema documentario. Fra gli altri, Un metro sotto i pesci (2006); Le vie dei farmaci (2007); La febbre del fare (2010); God Save the Green (2012); I’m in Love with my Car (2017), Vivere che rischio (2019), 50 – Santarcangelo Festival (2020), film che gli valgono riconoscimenti e premi in Italia che all’estero.
“L’addio a Enrico Berlinguer”, il film corale sui suoi funerali, realizzato all’epoca, tra gli altri, da Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Silvano Agosti, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Giuliano Montaldo, Ettore Scola e Gillo Pontecorvo, è stato rimontato e attualizzato, arricchito di materiali inediti, per mostrare il rapporto umano, caldo e vivo, che il politico riuscì ad avere con le masse popolari. Nella nuova versione, è un film che guarda in avanti, che non vuole celebrare ma dare spunti: per riflettere su cosa significa fare politica, viverla come comunità e in prima persona: oggi urgenza quanto mai necessaria.
«L’umanità della figura di Berlinguer restituisce dignità, integrità e forza alla politica. Lo raccontiamo a partire dalla grande partecipazione popolare al suo funerale, – spiegano i registi. – Nel nuovo assemblaggio, a intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia, abbiamo inserito alcuni suoi interventi che riguardano i temi che ci sembravano più vicini all’oggi: generazioni, donne, famiglia, questione morale, lavoro, e su cui ebbe parole ancora di estrema attualità, che continuano a farci riflettere».
Le immagini, provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, sono state girate per lo più in pellicola, tra le fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, soprattutto durante convegni e appuntamenti pubblici a cui prese parte Berlinguer. Mostrano l’uomo politico, nella sua veste istituzionale, concedendo poco al privato. Il leader viene rappresentato sempre – forse, a volte, con una dose di serietà eccessiva – nei momenti ufficiali, nell’impeto oratorio di un comizio, nell’incontro di sezione con i militanti del partito. A questi filmati se ne aggiungono alcuni che lo ritraggono nella vita privata, più caldi, momenti che restituiscono, almeno in parte, l’umanità e le fragilità dell’uomo.
Il montaggio del nuovo film, “Arrivederci, Berlinguer!”, è pensato in chiave emozionale, per coinvolgere il pubblico poggiandosi sulle composizioni musicali e la chitarra di Massimo Zamboni: la reiterazione del gesto, le folle, la commozione delle donne, dei politici, delle masse operaie, degli ultimi e dei capi di stato, i pugni alzati: tutto questo diventa sinfonia visiva e musicale allo stesso tempo.
Massimo Zamboni (voce e chitarre) con Erik Montanari (chitarre) e Cristiano Roversi (pianoforte, synth, programming), Regia di Michele Mellara e Alessandro Rossi.
Una produzione AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Pordenone Docs Fest – Cinemazero In collaborazione con Mammut Film e Musiche Metropolitane